Più i giorni passano e più vengono scoperti nuovi dettagli su come Hamas ha preparato l’assalto contro Israele. Interrogatori dei miliziani e scoperte sul terreno fatte dai soldati dell’Idf, stanno permettendo la ricostruzione di un quadro ad oggi più chiaro rispetto al mese scorso. In particolare, i combattenti hanno usato copie di legno del muro di confine con Israele per preparare l’attacco. Così come hanno utilizzato copie ricostruite dei mezzi blindati israeliani. Inoltre, per aumentare le potenzialità degli attacchi missilistici, Hamas ha impiantato diverse rampe di lancio degli ordigni anche sul terreno.
Le copie usate da Hamas per gli addestramenti
Ciò che ha destato molta impressione alle forze di sicurezza israeliane, colte impreparate dagli eventi, è l’estrema precisione con cui Hamas ha colpito negli assalti del 7 ottobre. Una precisione spiegabile solo con un’adeguata conoscenza degli obiettivi da colpire. Non sorprende allora scoprire, all’interno di alcune basi dell’organizzazione islamista, vere e proprie copie del muro di cinta che divide la Striscia con lo Stato ebraico.
Si tratta di ricostruzioni in legno delle strutture di confine, usate dai combattenti nelle fasi di addestramento. In diverse foto mostrate dall’Idf, si notano pile di legno molto alte, disposte a formare l’esatta ricostruzione delle barriere. I miliziani hanno quindi potuto usare queste copie per preparare l’attacco nei minimi dettagli. Una volta raggiunti i veri muri di confine, il 7 ottobre tutti i combattenti sapevano cosa fare e dove attuare le proprie azioni.
I muri di legno sono stati scoperti nelle aree a nord di Gaza in mano da alcuni giorni alle forze israeliane. Tracce delle copie però erano emerse anche negli interrogatori effettuati dalla polizia ai militanti di Hamas arrestati. Così come descritto dal Corriere della Sera, in una foto resa nota dalle autorità dello Stato ebraico, si nota anche una fedele ricostruzione di un carro armato israeliano. Una riproduzione probabilmente anch’essa costruita in legno. Circostanza che spiegherebbe, anche in questo caso, come mai diversi membri di Hamas sia il 7 ottobre che durante le operazioni dentro la Striscia riescano con estrema precisione a mettere fuori uso alcuni blindati messi nel mirino.
I buchi sul terreno da cui partono i missili
Opere rudimentali quindi, ben lontane dai supporti tecnologici di cui possono avvalersi eserciti e gruppi di combattenti in altre aree del pianeta. Ma non per questo si tratta di opere meno efficaci. Al contrario, Hamas ha potuto preparare i suoi attacchi grazie a semplici riproduzioni e ricostruzioni di strutture o mezzi avversari.
Appaiono rudimentali ma efficaci anche i dispositivi attuati per aumentare la potenza di fuoco delle proprie installazioni missilistiche. Il gruppo terrorista ha spesso usato il lancio di razzi verso Israele come arma politica, volta a tenere sotto pressione le forze armate. Per questo ha bisogno di potenziare le proprie basi. I soldati dell’Idf, nella loro avanzata dentro la Striscia, hanno fotografato diversi buchi ricavati sul terreno in diverse aree vicino Gaza.
Quei buchi nascondono le modalità usate da Hamas per lanciare quanti più razzi possibili e per “salvare” le postazioni di artiglieria dai raid israeliani. Occultando le rampe di lancio nel terreno, la loro individuazione è più difficile e il loro uso è più semplice. Le batterie di missili vengono infatti ricavate in campi agricoli oppure tra i vicoli di alcuni quartieri residenziali. Per attivarle, basta l’azione di due o più miliziani che arrivano, a piedi oppure a bordo di una moto, azionano i razzi e poi subito dopo si dileguano. Questo spiega perché Hamas, nonostante i raid israeliani, è nella condizione ancora oggi di lanciare missili. La Striscia è disseminata di postazioni occultate e difficilmente rintracciabili.