È tornata la paura nell’area dei Campi Flegrei per la scossa di terremoto registrata ieri pomeriggio dall’Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) con magnitudo 3.1 ad una profondità di tre chilometri. È stata tanta la paura tra la popolazione di Pozzuoli, Quarto e Bacoli perché avvertita distintamente così come in alcuni quartieri di Napoli.
Cosa è successo
La scossa di terremoto è stata accompagnata da un boato: l’epicentro è stato localizzato nella zona Solfatara all’altezza della seconda traversa delle Coste di Agnano, ai confini tra i comuni di Pozzuoli e Napoli. Fortunatamente non si sono registrati danni a persone o cose. Come si legge sulla mappa dell’Ingv, il Comune più vicino all’epicentro è stato proprio Pozzuoli (4 km) seguito da Marano di Napoli (9) e dal capoluogo partenopeo (10 km). La scossa si è fatta sentire anche fino a Benevento (64 km dall’epicentro) e Battipaglia (76 km): si tratta dei Comuni più densamente popolati con almeno 50mila abitanti.
I terremoti di ottobre
Era da qualche settimana che sui Campi Flegrei non si registrava una scossa così forte: una di magnitudo 2.0 è avvenuta lo scorso 26 ottobre ma per una più forte dobbiamo tornare indietro al 16 ottobre quando, come ricorda il database dell’Ingv, ce n’era stata una di magnitudo 3.6. Soltanto nel mese scorso, considerando ovviamente anche i tremori registrati soltanto dai sensori, si sono avuti 553 terremoti con una Magnitudo massima=4.0±0.3. “Di questi, 511 eventi (circa il 92% del totale) hanno avuto una magnitudo minore di 1.0 o non determinabile a causa della bassa ampiezza del segnale non chiaramente distinguibile dal rumore di fondo”, hanno spiegato gli esperti. Soltanto in 31 casi (circa il 6% del totale) la magnitudo è stata compresa tra 1.0 e 1.9, nove volte (circa il 2% del totale) si è registrata una magnitudo compresa tra 2.0 e 2.9 mentre soltanto in due occasioni (0.4% del totale) si è registrata una magnitudo compresa tra 3.0 e 4.0.
Mentre il prossimo 5 dicembre in Senato si discuterà del “decreto Campi Flegrei”, ossia il provvedimento che adotta misure urgenti di prevenzione del rischio sismico legato al fenomeno bradisismico nell’area della Caldera attualmente all’esame della Camera in prima lettura (sarà legge entro l’11 dicembre), l’attuale allerta è di colore giallo: come ha spiegato il ministro della Protezione Civilie, Nello Musumeci, non ci sono elementi che fanno presagire un cambio di allerta a quello successivo, l’arancione, che non è di competenza del governo e nemmeno del ministro ma della Commissione grandi rischi che dirà se, e quando, nuove evidenze scientifiche paleseranno scenari diversi da quelli odierni.