La ministra delle Riforme istituzionali Elisabetta Casellati non avrebbe avuto nessuna consapevolezza dell’esistenza di fatture false nelle dichiarazioni dei redditi delle società dei figli. Società dentro le quali, per altro, non ha alcun ruolo.
Nemmeno gli istituti finanziari, che pure avrebbero l’obbligo di verificare, si sarebbero accorti che Domenico Angiolella non sarebbe stato in realtà un promotore finanziario ma che avrebbe sempre agito in modo abusivo, ad eccezione di un breve periodo in cui era iscritto all’albo nel 2013. E così neanche Ludovica e Alvise Casellati né tantomeno la ministra, non indagata – avrebbero avuto alcuna contezza che le fatture della società di Angiolella, da loro utilizzate nelle loro dichiarazioni Iva (anni 2022 e 2023) fossero in realtà false. Al momento Angiolella, sua moglie avvocato assistiti dall’avvocato Alessandro Brustia – e i due figli dell’ex presidente del Senato risultano indagati nell’inchiesta della procura di Milano da poco chiusa dal pm Giovanni Polizzi di cui ha parlato il Corriere della Sera. I primi due per raccolta abusiva del risparmio, i due figli di Casellati in base all’articolo 2 del decreto legislativo 7/2000, reato per operazioni inesistenti (in tutto circa 15mila euro di «elementi passivi fittizi»).
Anche se questi ultimi, assistiti dall’avvocato Ernesto De Toni, hanno già sanato le loro violazioni con l’Agenzia delle entrate potrebbero presto cambiare posizione e figurare invece come parti offese.
La ministra viene tirata in ballo da Angiolella in una chat con Ludovica, datata 6 marzo 2021. Sembra che l’obiettivo, spiega una fonte vicina all’inchiesta, sia proprio di rassicurarla facendo il nome della madre. «Parlavo stamattina con tua madre che mi ha chiamato per fatture, potreste scaricarle. Puoi parlare con il commercialista per capire se potete scaricarle e che causale vuole?».
Tra i suoi clienti, infatti, figurerebbero una sessantina di clienti, tra cui diverse decine di famiglie benestanti di Milano, anche se nessuno al momento lo avrebbe mai denunciato.