Passavano dalle fogne e svaligiavano i negozi. Arrestata la “banda del buco” a Napoli

Passavano dalle fogne e svaligiavano i negozi. Arrestata la "banda del buco" a Napoli

Strisciavano nella rete fognaria della città e sbucavano dai pavimenti e dalle pareti dei negozi per mettere a segno le rapine. Alle prime luci dell’alba di giovedì, a Napoli, sono state arrestate nove persone che apparterrebbero alla “banda del buco”, un gruppo di malviventi che utilizzava le fognature della città partenopea per introdursi nei luoghi prescelti in cui fare razzia dei beni di ingente valore custoditi al loro interno. Dei nove arrestati, cinque sono stati condotti in carcere mentre quattro di loro sono stati confinati agli arresti domiciliari. La banda si componeva complessivamente di quattordici persone, il che significa che cinque di loro sono ancora a piede libero sebbene le forze dell’ordine siano sulle loro tracce.

La refurtiva consisteva in merci di ogni tipo come capi di abbigliamento, cellulari, attrezzi da lavoro, ma anche opere d’arte e catalizzatori d’auto. I componenti del gruppo sono accusati del reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip del tribunale di Napoli, Giovanni Vinciguerra, a seguito delle indagini partite nella primavera dell’anno scorso.

Secondo le prime ricostruzioni, la banda del buco ha catturato l’attenzione degli inquirenti dopo che alcuni condomini di un palazzo nel centro storico di Napoli avrebbero visto i malviventi entrare e uscire da un tombino collocato nell’androne e travestiti da operai. Dopo aver assistito alla scena, gli inquilini dell’immobile hanno segnalato l’accaduto alle autorità dando il via alle indagini. Dopo mesi di investigazione, gli inquirenti hanno identificato i ruoli e i compiti dei componenti dell’associazione oltre che il modus operandi che consisteva nell’individuare l’obiettivo a seguito di ripetuti sopralluoghi finalizzati a verificare la possibilità di accedervi tramite le fogne . Se ciò era possibile, entravano in azione le macchine scavatrici per realizzare dei tunnel sotterranei e le operazioni potevano durare anche due mesi, per poi culminare con l’introduzione nel locale e la messa a segno della rapina.

Sempre secondo le informazioni disponibili, uno dei furti più eclatanti avrebbe avuto luogo in un noto negozio di abbigliamento dal quale sono stati portati via vestiti e scarpe per 173 mila euro. Un altro colpo importante è avvenuto nella biblioteca storica dell’ex complesso ospedaliero Gesù e Maria dove sono stati trafugati oggetti d’interesse storico-culturale tra cui una statua, cimeli e testi antichi. Secondo gli inquirenti, nei piani dei banditi c’era anche una rapina in un Apple Store situato in piazza Carità ma non hanno mai eseguito il piano perché la zona era sorvegliata molto bene dai carabinieri della vicina stazione che ospita il comando provinciale dell’Arma.

Giovanni Vinciguerra, gip di Napoli, nell’ordinanza di custodia cautelare ha specificato di essere rimasto colpito dalla “scaltrezza, l’elevata professionalità e la spregiudicatezza degli appartenenti all’associazione” dato che gli investigatori hanno recuperato gruppi elettrogeni silenziosi, jammer per silenziare gli allarmi, sega taglia cemento, martelli pneumatici e lampade a lunga durata. Il necessario per scavare in tanti mesi.

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