Mai visto in Nba, coach Popovich prende il microfono e ferma i fischi contro Kawhi Leonard

Mai visto in Nba, coach Popovich prende il microfono e ferma i fischi contro Kawhi Leonard

I fischi fanno parte dello sport, specialmente quando si deve affrontare un idolo mai dimenticato del tutto. Meno normale è che sia proprio l’allenatore della squadra di casa a prendere in mano il microfono ed invitare il pubblico a smetterla. Ogni volta che Kawhi Leonard torna a San Antonio, il trattamento del pubblico è decisamente poco urbano ma, ieri notte, i tifosi degli Spurs sono andati ben oltre. In una pausa tra un tiro libero e l’altro, coach Gregg Popovich, sempre schietto e sopra le righe, ha invitato in maniera perentoria i tifosi a piantarla, riuscendo a fermarli per qualche minuto. Le storie d’amore, anche nello sport, raramente finiscono bene…

Il gesto di Popovich

Quando nella serata americana alla Frost Bank Arena di San Antonio si sono presentati i Los Angeles Clippers, era abbastanza chiaro che le attenzioni del caldo pubblico del South Texas si sarebbero rivolte contro l’ex stella, protagonista dello storico titolo del 2014. Nonostante l’entusiasmo che circonda il nuovo idolo Victor Wembanyama, i fedelissimi degli Spurs non hanno mai dimenticato quando il leader della loro squadra richiese a gran voce di essere ceduto a Toronto, dove avrebbe vinto a sorpresa un altro anello. Se l’acrimonia è forse comprensibile, il trattamento ricevuto dal campione dei Clippers è stato davvero feroce, tanto da costringere lo storico tecnico di San Antonio a fare una cosa mai vista prima su un parquet: rivolgersi direttamente ai tifosi e pregarli di smetterla di fischiarlo.

Provare a far perdere la concentrazione ad un giocatore avversario quando va a tirare i liberi è normale amministrazione ma il barrage di fischi ed insulti era ben oltre i livelli di guardia. Coach Pop si è avvicinato al banchetto dello speaker dell’arena, ha preso il microfono in mano ed ha parlato ai propri tifosi direttamente: Scusatemi un secondo. Possiamo smettere di fischiare e facciamo giocare questi ragazzi? Abbiate classe. Non siamo questo. Smettete di fischiare”. La reazione del pubblico è stata all’insegna dello stupore ma non è durata molto: nel giro di pochi secondi, il silenzio è stato di nuovo interrotto da una bordata di fischi ancora più forti. Non c’è niente da fare: tra Kawhi ed i suoi ex tifosi le ruggini continueranno ancora a lungo.

Un amore mai finito

Le ragioni alle spalle dell’ostilità del pubblico di San Antonio sono abbastanza chiare: Leonard stava giocando davvero alla grande, tanto da contribuire 26 punti alla causa della sponda meno nobile di Los Angeles, che è tornata a casa con la vittoria. A dargli una grossa mano il solito Paul George mentre l’ennesimo double-double della giovanissima superstar Wembanyama (22 punti e 15 rimbalzi) non è riuscito ad addolcire una pillola amarissima per i tifosi degli Spurs. Nella solita intervista post-partita, oltre ad analizzare le ragioni della sconfitta, coach Popovich è tornato anche sull’episodio, confermando come non veda affatto di buon occhio certi eccessi di una tifoseria fin troppo calda. Chiunque sappia qualcosa di sport sa che non bisogna stuzzicare l’orso”, una frase niente affatto sibillina che invita alla moderazione per evitare che una situazione già complicata degeneri molto in fretta.

Cos’ha detto l’ex idolo di San Antonio? Che, in realtà, le parole del suo ex tecnico nemmeno le ha sentite e che, da parte sua, non serba alcun rancore anche a chi l’ha fischiato in maniera così pesante. Ero concentrato sul segnare i miei tiri liberi, me lo hanno detto dopo. So che se non ho una maglietta degli Spurs addosso continueranno a fischiarmi per il resto della carriera, ma la situazione è quella che è. Sono una delle migliori tifoserie della lega e sono molto competitivi, ma quando sono per strada o nei ristoranti non mi mostrano nient’altro che affetto”.

Boston va, super Doncic e Banchero

A parte l’incontro tra Spurs e Clippers, la nottata Nba ha visto diversi altri risultati importanti, in questo inizio di regular season che sta iniziando a dare le prime risposte. Nella grande sfida tra le due favorite della Eastern Conference, i Boston Celtics hanno confermato che, almeno per il momento, con i Milwaukee Bucks non c’è nemmeno partita. I Verdi hanno messo un primo tempo clamoroso, chiuso con 14 punti di vantaggio ed una media di tiro del 58%: le cose si complicano nella ripresa, quando Giannis e compagni mettono la solita rimonta e rischiano di scippare la vittoria a fil di sirena. Al Boston Garden sugli scudi Damian Lillard, specialista del quarto periodo: è grazie a lui che Milwaukee arriva a meno 3 a 44” dalla sirena. I liberi di Tatum nel finale evitano la beffa: se per i Celtics Brown è stato decisivo, in ombra Antetokounpo, con ‘solo’ 21 punti a referto.

Nell’altra partita di cartello della serata, quella tra Lakers e Mavericks, lo scontro tra LeBron James e Luka Doncic vede vincente la compagine dello sloveno, nonostante un gran finale della stella dei Lakers. Dopo aver dominato per tre quarti di gara e messo un vantaggio importante, Dallas evapora nel quarto periodo, facendosi recuperare 20 punti. LeBron mette 16 dei suoi 26 punti nel finale, fino al sorpasso ad 1’16” dalla sirena ma i Lakers si spengono proprio nel momento cruciale. La tripla di Kyrie Irving riporta avanti i Mavs, con LeBron che perde un pallone nel finale, sbagliando poi la bomba che varrebbe l’overtime. Gran partita di Doncic e Irving, che assieme hanno segnato ben 58 dei 104 punti dei Mavericks.

Altrettanto notevole la prova dell’italo-americano Paolo Banchero, che con i suoi Orlando Magic sta vivendo un momento davvero eccellente. La squadra della Florida mette una prova maiuscola, stendendo i campioni di Denver e portando a casa la quinta vittoria consecutiva che vale il secondo posto nella Eastern Conference. Per i Nuggets non è bastata l’ennesima tripla doppia di Jokic (30 punti, 13 rimbalzi, 12 assist) per contrastare la gran prova di squadra del quintetto della Florida. Ai 23 punti di Banchero fanno da contraltare i 27 di Franz Wagner, che ne ha messi ben 24 nel secondo tempo ed i 20 di Anthony. Se continueranno con prove del genere, i Magic potrebbero essere davvero una mina vagante: vincere contro l’immarcabile Jokic non è facile per nessuno.

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