All’Enel partita la rivoluzione Cattaneo

All'Enel partita la rivoluzione Cattaneo

Più italiana, concentrata sulle reti e con una nuova strategia finanziaria e debitoria. L’ad Flavio Cattaneo presenta a Milano la nuova rivoluzionata Enel e punta 36 miliardi al 2026 per un gruppo che avrà, alla base della propria strategia, la «disciplina finanziaria».

Un rigore che prevede un taglio di costi per 1,2 miliardi e che detta la linea sul fronte degli investimenti e dello sviluppo futuro. Pochi fronzoli, una visione più finanziaria e meno ideale, muoverà nei prossimi anni il gruppo che al momento «non prevede fusioni o acquisizioni» e «spenderà solo la cassa che genera», proseguendo e implementando l’operazione salva-debito: l’indebitamento totale quest’anno si attesterà tra 60 e 61 miliardi, ma entro il 2024, scenderà in area 50 miliardi grazie alle dismissioni. Nel merito, proprio ieri il gruppo ha firmato un accordo per la cessione degli asset peruviani per circa 1,3 miliardi.

Gli investimenti verranno concentrati maggiormente nelle reti, dove è presente un quadro regolatorio equilibrato e stabile, facendo anche leva sull’accesso a finanziamenti europei e a un approccio a minore intensità di capitale e di rischio, in parte anche secondo un modello di business fondato su partnership. In particolare, alle reti saranno dedicati 18,6 miliardi, che consentiranno di migliorare qualità, resilienza e digitalizzazione. Alle rinnovabili saranno invece destinati 12,1 miliardi, ma seguendo criteri di maggiore selettività di investimento. Si punterà sull’eolico onshore, sul solare e sulle batterie di accumulo, facendo anche leva sul repowering, la conversione degli impianti a carbone. La ricerca di efficienza ha reso più selettivi i progetti nel settore: nel 2026 si prevede che la capacità arrivi a circa 73 gigawatt da circa 63 gigawatt stimati per il 2023.

Inoltre, saranno 3 i miliardi di euro dedicati alla parte più commerciale, in pratica l’area Clienti.

A livello geografico, ci sarà un forte ritorno sul mercato italiano a cui è destinata la metà degli investimenti: il gruppo prevede di concentrarsi in aree caratterizzate da rendimenti visibili, un quadro regolatorio remunerativo nonché contesti macroeconomici e politici stabili, con il 49% degli investimenti lordi in Italia, il 25% in Iberia, il 19% in America Latina e il 7% in Nord America.

Guardando ai numeri, i target finanziari sono in sostenuta crescita per il prossimo triennio: l’Ebitda è previsto salire da 21,5-22,5 miliardi del 2023 a 23,6-24,3 miliardi nel 2026; l’utile netto passerebbe da 6,4-6,7 miliardi di fine anno a 7,1-7,3 miliardi del 2026.

Sul fronte del dividendo, Cattaneo – che ha annunciato l’acquisto di un altro milione di titoli, dopo il milione e mezzo già acquistati – ha spiegato che prevede «una base di dividendo pari a 0,43 euro per azione che rimarrà così nel 2023, ma che potrà crescere di anno in anno». «Il management – ha aggiunto l’ad – è convinto che la cedola possa aumentare dal 2024». Confermata, poi, la strategicità della partecipazione nell’iberica Endesa.

Sul nucleare, infine, Enel «è pronta a partire domattina: è l’unica che ha esperienza ultradecennale in questo settore, ma valuteremo tutte le opzioni che si presenteranno» ha detto Cattaneo. Ieri il titolo ha chiuso la seduta in calo dello 0,39 a 6,39 euro, ma l’ad ha fatto notare «l’esponenziale crescita degli ultimi mesi e, in particolare, a ridosso delle prime indiscrezioni sul piano»: nell’ultimo mese il titolo è cresciuto del 12 per cento.

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