I reni sono due organi essenziali per la vita. Situati nella parte posteriore dell’addome, uno per ciascun lato, essi svolgono numerose funzioni: filtrano il sangue per rimuovere le scorie, regolano la pressione sanguigna e il pH del sangue, mantengono l’equilibrio elettrolitico di sodio, potassio, calcio, fosforo, magnesio. Inoltre producono la renina e l’eritropoietina. Quest’ultima è un ormone che stimola la formazione di globuli rossi nel midollo osseo.
Le malattie che interessano i reni prendono il nome di nefropatie e vengono classificate a seconda della loro durata e gravità in: danno renale acuto, patologia cronica e patologia allo stadio terminale. Come ben si può intuire, il danno renale acuto può anche essere reversibile. Diversamente un disturbo allo stadio terminale è incurabile e necessita della dialisi o del trapianto. Quali sono i segnali di problemi renali che devono destare sospetto? Scopriamolo insieme.
Nefropatie, quando i reni si ammalano
Secondo recenti stime, i pazienti nefropatici in tutto il mondo sono 500 milioni, di questi circa 4 milioni in Italia. Tra i disturbi più diffusi che colpiscono i reni rientrano:
- L’insufficienza renale: può essere acuta o cronica ed è caratterizzata da una funzionalità d’organo compromessa. Se non trattata per tempo, le conseguenze si rivelano anche fatali
- La nefropatia diabetica: è la consetoimmuni, consiste nell’infiammazione dei glomeruli renali
- La pielonefrite: l’infiammazione delle pelvi renali è sostenuta nella maggior parte dei casi da batteri
- Il rene policistico: patologia ereditaria, causa la formazione di cisti all’interno dei reni
- I calcoli renali: questi sassolini che si formano in seguito all’aggregazione di sali minerali provocano dolori molto forti.
I sintomi da non sottovalutare
La sintomatologia delle problematiche ai reni è subdola in quanto non solo può essere facilmente confusa con quella di altre malattie, ma anche perché tende a manifestarsi quando le nefropatie sono in stadio avanzato e il danno è ormai irreversibile. Tuttavia ci sono dei campanelli d’allarme che non devono essere sottovalutati:
- Stanchezza cronica: è uno dei sintomi più lampanti ed è la conseguenza dell’accumulo di tossine nel sangue e della diminuita produzione del già citato ormone eritropoietina. Si viene così a instaurare uno stato di anemia
- Crampi muscolari: sono provocati dallo squilibrio dei livelli di sodio, potassio, magnesio, calcio e altri elettrolitri
- Sonno disturbato: vi è una correlazione tra nefropatie, apnee notturne e sindrome delle gambe senza riposo
- Viso e mani gonfie: la causa è da imputare all’accumulo di liquidi e al conseguente edema
- Affanno: i liquidi possono accumularsi anche nei polmoni e dar luogo a una fastidiosa sensazione di mancanza di respiro
- Pelle secca e pruriginosa: il prurito è provocato dalle tossine in eccesso. La cute desquamata compare quando i reni non sono in grado di bilanciare i nutrienti e i minerali
- Alito cattivo: la mancata eliminazione delle scorie si traduce in uremia, una condizione che comporta alito simile all’ammoniaca e sapore metallico in bocca
- Anomalia delle urine: queste possono avere aspetto schiumoso per via della presenza di albumina. Talvolta sono presenti anche tracce di sangue
- Mancanza di appetito: se la condizione è grave, a questo sintomo si associano anche nausea e vomito.
Prevenzione
Le cause delle nefropatie sono numerose, così come i fattori di rischio che predispongono alla loro comparsa. Tra questi vanno menzionati soprattutto l’ipertensione, il diabete, l’obesità e l’ipercolesterolemia. Conoscerli è importante per poter mettere in atto una strategia preventiva. Ecco, dunque, alcune semplici ma efficaci regole:
- Evitare il fumo di sigaretta
- Ridurre il consumo di sale
- Praticare attività fisica costante
- Monitorare la pressione arteriosa
- Curare l’ipertensione
- Non consumare grandi quantitativi di alcol.
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