ll Tai Chi rallenta l’avanzata del Parkinson: lo studio

ll Tai Chi rallenta l’avanzata del Parkinson: lo studio

Che fare attività fisica facesse bene all’organismo allontanando lo spettro di malattie anche gravi è cosa risaputa ma adesso uno studio ha messo in luce la relazione positiva tra un’antica arte marziale cinese, il Tai Chi, e il morbo di Parkinson. La disciplina che prevede il movimento del corpo migliorandone l’elasticità, l’equilibrio e in tono muscolare allontanerebbe anche la terribile malattia neurodegenerativa.

Cosa dice lo studio

Sul Journal of Neurology, Neurosurgery & Psychiatry un team di ricercatori gudato dal prof. Gen Li del Ruijin Hospital-Shanghai Jiao Tong University School of Medicine ha scoperto che il Tai Chi “ha mostrato effetti benefici sui sintomi motori e non motori della malattia di Parkinson”. Per tre anni e mezzo è stato osservato il comportamento di 330 pazienti affetti da Parkinson e diviso in due gruppi: nel primo si praticava l’arte marziale due volte la settimana oltre ai trattamenti previsti per la malattia, il secondo invece non svolgeva l’attività limitandosi alle cure terapeutiche. La durata dello studio è stata di cinque anni e si è conclusa nel gennaio 2021.

Ebbene, gli studiosi si sono accorti che il gruppo praticante il Tai Chi ha avuto notevoli miglioramenti nella qualità generale della vita con una malattia che ha iniziato ad avanzare molto più lentamente rispetto agli altri. Nel dettaglio, miglioramenti palesi si sono registrati sui problemi relativi a concentrazione e memoria ma c’è stata anche una diminuzione di vertigini e mal di schiena. La disciplina cinese ha dunque funzionato nel lungo periodo con benefici sia per le funzioni cognitive ma anche per quelle motorie.

L’allenamento del Tai Chi ha ridotto le variazioni annuali nel deterioramento della malattia di Parkinson e ha ritardato la necessità di aumentare le terapie antiparkinsoniane”, ha dichiarato Gen Li, spiegando che il farmaco giornaliero per combattere la patologia è stato ridotto notevolmente nel gruppo che praticava la disciplina. “Inoltre, i pazienti hanno beneficiato dell’allenamento del Tai Chi nei sintomi motori e in quelli non motori”.

Cos’è il Tai Chi

L’altra ottima notizia è che il Tai Chi sembra in grado di mantenere “il suo effetto benefico sulla malattia di Parkinson anche a distanza di anni – ha aggiunto Gen Li – praticare quest’arte marziale può essere quindi una soluzione per gestire la malattia e per migliorare la qualità di vita di chi ne soffre“. Come ricordano gli esperti, dal 1999 l’Oms ha promosso la giornata mondiale di questa disciplina cinese che mette insieme le teorie taoiste degli opposti Yin e Yang e la teoria dei cinque elementi (metallo, legno, acqua, fuoco e terra). Si tratta di un’arte marziale utile come ginnastica ma anche per la difesa personale. I movimenti che vanno eseguiti sono molto precisi e controllati come se fosse una danza: inoltre, vengono sollecitati muscoli non sempre utilizzati in altri sport come gli intercostali e il diaframma.

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