I ridicoli antifascisti votano con i presunti fascisti. Rai, di tutto di più

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore – Da qui al 7 ottobre, un pezzetto di “Statuto di Hamas” al giorno: “Dobbiamo instillare nelle menti di generazioni di musulmani l’idea che la causa palestinese è una causa religiosa, e deve essere affrontata su queste basi”.

Andrea Minuz

Da qui al 7 ottobre, una frase al giorno, o quasi, della guida suprema dei pacifisti di tutto il mondo, Ali Khamenei. “La promessa di eliminare Israele sarà mantenuta. Vedremo il giorno in cui la Palestina passerà dal fiume al mare” (22 maggio 2024).


Al direttore – Sbaglio o ieri la sinistra ha votato con la destra in Rai? Dov’è l’errore?

Maria Accani

Dopo aver accusato per mesi la destra di governo di essere espressione di una nuova forma di fascismo, l’avanguardia antifascista italiana (M5s, Avs, non il Pd) si allea allegramente in Parlamento con con gli stessi partiti che da mesi definisce fascisti (FdI e Lega). Rai, di tutto di più.


Al direttore – “Dobbiamo soprattutto recuperare la consapevolezza di quello che siamo. Come popoli occidentali, abbiamo il dovere di mantenere questa promessa e di cercare la risposta ai problemi del futuro avendo fiducia nei nostri valori: una sintesi nata dall’incontro tra la filosofia greca, il diritto romano e l’umanesimo cristiano”. E’ un passaggio cruciale dell’intervento tenuto da Giorgia Meloni, in occasione del Citizen Award, ricevuto a New York. Nell’insieme, si tratta di un intervento ambizioso, retorico, tagliato su misura per un pubblico statunitense. Qualche considerazione merita il richiamo alla triade rappresentata da filosofia greca, diritto romano e umanesimo cristiano. La scelta è quella di politicizzare tre radici (indubitabilmente) autentiche e robuste, tra le molte che potrebbero dirsi “costitutive” dell’identità occidentale. In altri termini, Meloni non è caduta nell’americanissimo “Dio-patria-famiglia”. No, ha detto “filosofia greca-diritto romano-umanesimo cristiano”. Poniamoci due semplici domande. La prima: chi potrebbe negare che filosofia greca, diritto romano e umanesimo cristiano rappresentano fattori identitari della nostra cultura occidentale? La seconda: per contro, chi potrebbe legittimare un’appropriazione di questi stessi fattori identitari da parte della destra? L’operazione è dunque, al tempo stesso, efficace quanto mentitrice, inclusiva quanto escludente, partecipativa quanto partigiana. Insomma, si tratta di un colpo di politica giocato ad alto livello. Anche da questo punto di vista, il tutto somiglia a una combinazione di opposti. Per un verso, appare la vile svendita di un armamentario culturale immenso e sofisticato, soltanto per conquistare il consenso di una platea di americani trumpiani guidata da Elon Musk. Per altro verso, si potrebbe dire che quello di Giorgia Meloni è uno dei più abili discorsi politici che si ricordino tra quelli tenuti da un leader della destra europea negli Stati Uniti, perché è un discorso che non insegue i temi della destra di laggiù, ma porta l’Europa negli Stati Uniti. Infine, lasciatemi dire qualcosa sul richiamo al diritto romano. Quel richiamo rimanda al tema dell’uso politico di una tradizione giuridica che evidentemente sa ancora colpire la fantasia negli Stati Uniti (forse più che dalle nostre parti?). Si rammenti che il richiamo retorico al diritto romano servì alla Cina in funzione anti americana, quando la scelta di Pechino fu quella di dotarsi di un sistema di regole postcomunista e aperto al libero mercato. Oggi il medesimo richiamo si rivela utile a distinguere l’occidente (America ed Europa assieme) dal resto del pianeta (Cina inclusa). Insomma, usi e riusi in funzione politica: ma nulla di cui stupirsi.

Tommaso dalla Massara prof. ordinario – dipartimento di Giurisprudenza – Università Roma Tre

Miglior passaggio del discorso di Meloni: “Per me, l’occidente è più di un luogo fisico. Con la parola occidente noi non definiamo semplicemente i paesi che hanno una specifica ubicazione geografica, ma una civiltà costruita nei secoli con il genio e i sacrifici di moltissimi. L’occidente è un sistema di valori in cui la persona è centrale, gli uomini e le donne sono uguali e liberi, e quindi i sistemi sono democratici, la vita è sacra, lo stato è laico e basato sullo stato di diritto. Vi chiedo e mi chiedo: sono valori dei quali dovremmo vergognarci? Sono valori che ci allontanano dagli altri o che ci avvicinano agli altri? Come l’occidente, penso che abbiamo due rischi da contrastare. Il primo è quello che uno dei massimi filosofi europei contemporanei, Roger Scruton, definiva oicofobia, dal greco oikos, casa, e fobia, paura (Kyriakos, questo è il mio personale tributo al tuo premio di stasera). Oicofobia significa l’avversione verso la propria casa. Un disprezzo montante, che ci porta a voler brutalmente cancellare i simboli della nostra civiltà, negli Stati Uniti come in Europa. Il secondo rischio è il paradosso per cui, se da un lato l’occidente si guarda dall’alto in basso, dall’altro pretende spesso di essere superiore agli altri”. L’occidente deve smetterla di aver paura di se stesso. Ben scavato.


Al direttore – In riferimento all’intervista concessa telefonicamente al Foglio tengo a precisare che non ho mai detto né pensato di iscrivermi a Forza Italia. Sono la persona più disponibile a rispondere a domande ma non accetto che mi si mettano in bocca parole che non ho mai detto solo per creare scoop o polemiche.

Vladimir Luxuria

Risponde Ginevra Leganza. Ridendo, dopo l’esperienza dell’Isola dei Famosi, l’ha pensato e così mi ha detto la signora Luxuria. Ridendo. In una Forza Italia va da sé pascaliana. Nel senso di Francesca, non di Blaise (va da sé).

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